Il dovere della chiarezza e del confronto

Con stupore abbiamo letto la nota ufficiale del Comune di Raiano in risposta al nostro recente post. Purtroppo, ciò che avremmo auspicato – una risposta nel merito, puntuale, aperta al confronto – si è trasformata in un tentativo di derubricare le legittime domande dei cittadini a “strumentalizzazioni” o “polemiche”.

Vogliamo essere chiari: CivitaMente non è un avversario politico, ma una voce civica, libera e indipendente, che nasce dal desiderio di vedere una Raiano più trasparente, più partecipata, più consapevole. Non ci muove né rancore né ambizione personale, ma l’interesse collettivo.

Chi amministra ha il dovere della trasparenza e dell’ascolto. 

Liquidare ogni voce critica come un attacco personale o politico non è solo sbagliato, è pericoloso. Così si spegne il dibattito democratico e si svilisce la partecipazione. Noi continueremo a porre domande, a segnalare criticità e – quando necessario – a denunciare le opacità. Non per dividere, ma per costruire una comunità più consapevole, dove la politica non sia autoreferenziale, ma servizio.

Raiano merita una discussione pubblica vera, onesta, coraggiosa. E noi non ci tireremo indietro.

Sulla regolarità della procedura adottata conserviamo dei dubbi e, pertanto, condividiamo l’esigenza di un approfondimento manifestata dal Sindaco. 

Il problema, però, resta soprattutto politico e, pertanto, con ostinazione chiediamo: 

  • Nel momento in cui è stato contattato il Dott. Vincenzo D’Incecco è stata adeguatamente rappresentata l’urgenza dell’assunzione?
  • Il Sindaco e la Giunta tutta, venuti a sapere che la persona da assumere a tempo indeterminato era ed è un Consigliere Regionale (Lega) e che lo stesso si sarebbe messo in aspettativa (almeno 5 anni), perché non ha fermato la procedura di assunzione? Esiste l’Istituto di autotutela che permette di annullare l’atto nel momento in cui esso non produce l’effetto cui era ispirato, cioè l’urgenza.
  • La fantomatica seconda persona che aveva dato la disponibilità che fine ha fatto?

Al Consigliere Regionale Vincenzo D’Incecco  chiediamo di onorare il suo ruolo istituzionale, dimettendosi da dipendente del Comune di Raiano, per lasciare spazio a persone veramente interessate a quella funzione.

Ed infine alcune considerazioni.

Quel posto part-time poteva rappresentare un’opportunità concreta per una cittadina – magari una giovane donna – costretta a rinunciare a un impiego a tempo pieno per conciliare i carichi di cura familiare con la necessità di lavorare. I dati nazionali parlano chiaro: troppe donne lasciano il lavoro dopo la maternità, e la mancanza di flessibilità è spesso un ostacolo insormontabile. Una posizione part-time nella pubblica amministrazione avrebbe potuto essere una risposta concreta, se gestita con criteri trasparenti e aperti.

Ma non solo: in un contesto in cui troppi cittadini – soprattutto giovani – guardano con disillusione alla gestione politica locale, un’opportunità di lavoro trattata con equità e rigore poteva essere un segnale positivo, capace di ricucire la fiducia e contrastare quel sentimento crescente per cui “tanto vale andarsene altrove”. Invece, ancora una volta, la percezione che i meccanismi siano opachi rischia di allontanare le persone più motivate e capaci.

In attesa di una risposta vera, trasparente e rispettosa dell’intelligenza dei cittadini, continueremo a porre domande, a vigilare e a difendere l’idea di un’amministrazione pubblica giusta, inclusiva e realmente al servizio della comunità.

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