Il 10 maggio si è tenuta a Raiano una nuova Giornata Ecologica.
Parliamo di una di quelle iniziative che, a guardarle da lontano, sembrano lodevoli. Ma è bastato avvicinarsi per capire che si trattava solo dell’ennesimo trucco di facciata. Un cerotto colorato su una ferita infetta. Una passerella simbolica per nascondere ciò che ormai è sotto gli occhi di tutti: l’assoluta incapacità dell’Amministrazione comunale di affrontare – e ancor prima riconoscere – il degrado ambientale in cui versa il territorio.
Fermo restando il nostro supporto a Raiano e al bene della sua comunità, ci chiediamo se sarà questa la soluzione che verrà riproposta ancora, quando il buon lavoro dei volontari non basterà a contrastare l’incuria, la maleducazione ma anche e soprattutto i danni ambientali veri e propri. Una giornata ecologica è una bellissima iniziativa per ripulire strade e parchetti, ma non può bastare per salvaguardare il territorio da quella che è ormai un’emergenza ecologica.
Partiamo dall’incontro preparatorio per la Giornata Ecologica: il nulla amministrativo
CivitaMente ha partecipato alla riunione indetta il 28 aprile per organizzare la Giornata Ecologica del 10 maggio. Ci aspettavamo dati, analisi, strategie. Abbiamo ricevuto silenzi, balbettii, risposte evasive. Nessuna mappatura dei rifiuti sul territorio, nessuna indicazione sulla pericolosità di quanto rinvenuto, nessuna visione d’insieme. Nulla. Come se l’abbandono dei rifiuti fosse una fastidiosa coincidenza, non un problema strutturale che si trascina da anni nell’indifferenza generale. Se l’incompetenza si potesse misurare, a Raiano sarebbe in stato d’emergenza.
Simbolismo vuoto e rimozione delle responsabilità
Partecipare a una Giornata Ecologica, per quanto apprezzabile sulla carta, non può sostituire l’assenza cronica di una politica ambientale. L’iniziativa del 10 maggio è stata l’ennesimo evento vetrina, utile a far dimenticare – per qualche ora – il degrado diffuso, l’abbandono dei rifiuti e l’inerzia totale del Comune. A fronte di una crisi ambientale, Raiano risponde con fotografie su Facebook.
Un Comune in una Riserva Naturale che si comporta come se non lo fosse
Raiano si trova all’interno della Riserva Naturale delle Gole di San Venanzio. Un contesto che dovrebbe implicare responsabilità straordinarie nella gestione del patrimonio ambientale. E invece, ciò che vediamo quotidianamente è l’esatto opposto: abbandono dei rifiuti ovunque, totale assenza di prevenzione, zero controllo, disinteresse amministrativo. La domanda sorge spontanea: che senso ha vivere in una riserva, se poi il Comune non è nemmeno in grado di garantire il minimo sindacale?
Tagli del nastro e vuoto politico: l’ipocrisia dei fondi pubblici
È ora di dirlo chiaramente: i fondi europei e del PNRR non servono solo a inaugurare strutture nuove con tanto di taglio del nastro e foto. Non sono pensati per alimentare la propaganda elettorale di chi governa. Ma questo sembra essere l’unico orizzonte politico dell’Amministrazione di Raiano: realizzare ciò che “si vede”, ciò che può generare consenso immediato, ignorando completamente tutto ciò che richiede manutenzione, gestione, continuità. Eppure esistono fondi – come quelli previsti dal PNGR, il Programma Nazionale Gestione Rifiuti – pensati proprio per monitorare, prevenire e combattere fenomeni come l’abbandono indiscriminato. Ma non fanno scena. Non si prestano a tagli del nastro. Non garantiscono applausi. E quindi non interessano.
Servizi assenti, scelte assurde, cittadini disorientati
È inaccettabile che il Comune di Raiano, pur avendo a disposizione il servizio Cogesa per il ritiro dei rifiuti ingombranti a domicilio, non lo abbia mai attivato. Un’occasione persa che avrebbe potuto prevenire gran parte degli abbandoni. Allo stesso modo, gli orari della stazione ecologica sono una presa in giro per chi lavora: aperture solo al mattino o al sabato, senza alcuna flessibilità. È evidente che non si è pensato minimamente alle esigenze reali della popolazione. Per non parlare dei non residenti o dei nuovi cittadini, inclusi quelli provenienti da altri paesi: recuperare le informazioni sui conferimenti e modalità di smaltimento è impossibile.
Nel frattempo si punta il dito contro “l’inciviltà dei cittadini”, dimenticando che è un Comune che non informa, non facilita, non organizza… e quindi non deve pretendere nulla in cambio.
Ci poniamo una domanda: sono possibili un cambio di mentalità e una maggiore sensibilizzazione ai temi ambientali con una giornata ecologica ogni tre anni?

L’ambientalismo di facciata è peggio dell’inazione
Una Giornata Ecologica non può diventare il salvagente morale di un’Amministrazione inerte. Pulire per qualche ora, per poi tornare al disinteresse per il resto dell’anno, è un insulto all’intelligenza collettiva. Non si può rivendicare attenzione all’ambiente se non si è disposti a fare scelte coraggiose e sistemiche. Non si può continuare a vendere simboli al posto delle soluzioni.
È tempo di smetterla con le sceneggiate
CivitaMente chiede al Comune: cosa intende fare davvero? Dove sono le politiche strutturali? Dove l’impiego concreto dei fondi? Dove i servizi efficienti e accessibili? Perché chi governa non si limita a essere inefficiente: oggi è anche irresponsabile. E l’ambiente, quello vero, non può più aspettare i tempi lenti e calcolati della propaganda.
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