Categoria: Riflessioni

  • Annuncio: Evento rimandato

    Annuncio: Evento rimandato

    Alla luce del triste evento che sta colpendo la nostra comunità, l’incendio che ha interessato parte della riserva di San Venanzio e su cui ancora non possiamo avere certezza della completa risoluzione, si è riunito il direttivo di CivitaMente.

    Si è deciso, all’unanimità, di rinviare l’evento previsto per questo sabato 5 luglio, il convegno sull’unione/fusione dei comuni, ad una data da definire, verosimilmente nel mese di settembre.

    Ci spiace molto per questo rinvio su un argomento per il quale la nostra associazione ha molte idee da condividere e sviluppare insieme ai nostri concittadini di Raiano, ma è ancora troppo forte il pathos per quanto accaduto ad uno dei gioielli che caratterizzano il territorio del nostro comune, i tanti ettari di verde.

    Per CivitaMente il presidente
    Marcello Luca Marasco

  • Il dovere della chiarezza e del confronto

    Il dovere della chiarezza e del confronto

    Con stupore abbiamo letto la nota ufficiale del Comune di Raiano in risposta al nostro recente post. Purtroppo, ciò che avremmo auspicato – una risposta nel merito, puntuale, aperta al confronto – si è trasformata in un tentativo di derubricare le legittime domande dei cittadini a “strumentalizzazioni” o “polemiche”.

    Vogliamo essere chiari: CivitaMente non è un avversario politico, ma una voce civica, libera e indipendente, che nasce dal desiderio di vedere una Raiano più trasparente, più partecipata, più consapevole. Non ci muove né rancore né ambizione personale, ma l’interesse collettivo.

    Chi amministra ha il dovere della trasparenza e dell’ascolto. 

    Liquidare ogni voce critica come un attacco personale o politico non è solo sbagliato, è pericoloso. Così si spegne il dibattito democratico e si svilisce la partecipazione. Noi continueremo a porre domande, a segnalare criticità e – quando necessario – a denunciare le opacità. Non per dividere, ma per costruire una comunità più consapevole, dove la politica non sia autoreferenziale, ma servizio.

    Raiano merita una discussione pubblica vera, onesta, coraggiosa. E noi non ci tireremo indietro.

    Sulla regolarità della procedura adottata conserviamo dei dubbi e, pertanto, condividiamo l’esigenza di un approfondimento manifestata dal Sindaco. 

    Il problema, però, resta soprattutto politico e, pertanto, con ostinazione chiediamo: 

    • Nel momento in cui è stato contattato il Dott. Vincenzo D’Incecco è stata adeguatamente rappresentata l’urgenza dell’assunzione?
    • Il Sindaco e la Giunta tutta, venuti a sapere che la persona da assumere a tempo indeterminato era ed è un Consigliere Regionale (Lega) e che lo stesso si sarebbe messo in aspettativa (almeno 5 anni), perché non ha fermato la procedura di assunzione? Esiste l’Istituto di autotutela che permette di annullare l’atto nel momento in cui esso non produce l’effetto cui era ispirato, cioè l’urgenza.
    • La fantomatica seconda persona che aveva dato la disponibilità che fine ha fatto?

    Al Consigliere Regionale Vincenzo D’Incecco  chiediamo di onorare il suo ruolo istituzionale, dimettendosi da dipendente del Comune di Raiano, per lasciare spazio a persone veramente interessate a quella funzione.

    Ed infine alcune considerazioni.

    Quel posto part-time poteva rappresentare un’opportunità concreta per una cittadina – magari una giovane donna – costretta a rinunciare a un impiego a tempo pieno per conciliare i carichi di cura familiare con la necessità di lavorare. I dati nazionali parlano chiaro: troppe donne lasciano il lavoro dopo la maternità, e la mancanza di flessibilità è spesso un ostacolo insormontabile. Una posizione part-time nella pubblica amministrazione avrebbe potuto essere una risposta concreta, se gestita con criteri trasparenti e aperti.

    Ma non solo: in un contesto in cui troppi cittadini – soprattutto giovani – guardano con disillusione alla gestione politica locale, un’opportunità di lavoro trattata con equità e rigore poteva essere un segnale positivo, capace di ricucire la fiducia e contrastare quel sentimento crescente per cui “tanto vale andarsene altrove”. Invece, ancora una volta, la percezione che i meccanismi siano opachi rischia di allontanare le persone più motivate e capaci.

    In attesa di una risposta vera, trasparente e rispettosa dell’intelligenza dei cittadini, continueremo a porre domande, a vigilare e a difendere l’idea di un’amministrazione pubblica giusta, inclusiva e realmente al servizio della comunità.

  • Amministratori o Proprietari?

    Amministratori o Proprietari?

    I nostri Amministratori pare abbiano smarrito il confine tra l’essere amministratori di un Comune e l’esserne proprietari.

    È nota a tutti la carenza di personale del Comune di Raiano, al punto tale, che, come già denunciato, la Giunta Municipale si è vista costretta ad affidare il SUAP al Comune di Penne, e nominare, nel dicembre 2023, il Sindaco responsabile amministrativo.

    Nonostante la necessità di integrare l’organico, ridotto al lumicino quasi in ogni settore, su tutti la Polizia Locale e l’Ufficio Tecnico, ai nostri Amministratori non è passata la voglia di giocare con le assunzioni.

    A novembre 2023 hanno chiesto a tutti i Comuni della Provincia dell’Aquila di
    conoscere la disponibilità di graduatorie concorsuali relative al profilo professionale di “Istruttore amministrativo”, in modo da procedere immediatamente all’assunzione, senza indire un concorso, viste le impellenti esigenze derivanti dalla carenza di organico, che imponevano un’assunzione immediata.

    All’appello del Comune di Raiano hanno risposto Vittorito, Pratola Peligna e San Demetrio Ne’ Vestini.
    La Giunta Municipale ha scelto di attingere il nome del nuovo dipendente da quella del Comune di San Demetrio Ne’ Vestini, dove come una sorpresa nell’uovo di Pasqua, scorrendo la graduatoria sino al 20° posto, hanno individuato quale persona da assumere il Consigliere Regionale della Lega Vincenzo D’Incecco.

    Quest’ultimo, dopo aver firmato l’assunzione part time a tempo indeterminato, si è messo in aspettativa immediatamente, come del resto è suo diritto ed ampiamente prevedibile, in barba a tutte le esigenze di celerità che avevano escluso la possibilità di indire un concorso.

    Ora, pur non volendo pensare male, qualche domanda ci viene da farla:

    1. I nostri amministratori lo sapevano o no che Vincenzo D’Incecco era un
      Consigliere Regionale della Lega
      , partito sostenuto dal Vice Sindaco alle ultime regionali e che avrebbe usufruito dell’aspettativa?
    2. Come conciliano le esigenze di celerità che hanno impedito di fare il concorso, con l’assunzione di un dipendente che non ha mai fatto un giorno di lavoro presso il nostro Comune?
    3. Per voi sono prevalenti le esigenze di partito o quelle della comunità ad avere un Ente efficiente, che risponda in maniera tempestiva alle esigenze dei cittadini?
    4. Visto che Vincenzo D’Incecco era 20° nella graduatoria da voi utilizzata e tra lui ed i vincitori c’erano ben 17 persone, avete provveduto a contattare tutti quelli piazzati in una posizione migliore in graduatoria?

    Una domanda l’avremmo poi anche per il Consigliere Regionale Vincenzo D’Incecco:

    Ma non ritiene che ragioni di opportunità le avrebbero dovuto impedire di
    partecipare ad un concorso indetto da un Comune della Regione in cui è
    Consigliere?

    In attesa di risposta, anche in rima se preferite, ci consoliamo sapendo che forse non abbiamo un dipendente al Comune di Raiano, ma sicuramente abbiamo acquistato un altro illustre presenzialista alle inaugurazioni che si terranno nel nostro paese da qui alle prossime elezioni.

  • Una Giornata Ecologica… e 364 giorni di disinteresse

    Una Giornata Ecologica… e 364 giorni di disinteresse

    Il 10 maggio si è tenuta a Raiano una nuova Giornata Ecologica.

    Parliamo di una di quelle iniziative che, a guardarle da lontano, sembrano lodevoli. Ma è bastato avvicinarsi per capire che si trattava solo dell’ennesimo trucco di facciata. Un cerotto colorato su una ferita infetta. Una passerella simbolica per nascondere ciò che ormai è sotto gli occhi di tutti: l’assoluta incapacità dell’Amministrazione comunale di affrontare – e ancor prima riconoscere – il degrado ambientale in cui versa il territorio.

    Fermo restando il nostro supporto a Raiano e al bene della sua comunità, ci chiediamo se sarà questa la soluzione che verrà riproposta ancora, quando il buon lavoro dei volontari non basterà a contrastare l’incuria, la maleducazione ma anche e soprattutto i danni ambientali veri e propri. Una giornata ecologica è una bellissima iniziativa per ripulire strade e parchetti, ma non può bastare per salvaguardare il territorio da quella che è ormai un’emergenza ecologica.

    Partiamo dall’incontro preparatorio per la Giornata Ecologica: il nulla amministrativo 

    CivitaMente ha partecipato alla riunione indetta il 28 aprile per organizzare la Giornata Ecologica del 10 maggio. Ci aspettavamo dati, analisi, strategie. Abbiamo ricevuto silenzi, balbettii, risposte evasive. Nessuna mappatura dei rifiuti sul territorio, nessuna indicazione sulla pericolosità di quanto rinvenuto, nessuna visione d’insieme. Nulla. Come se l’abbandono dei rifiuti fosse una fastidiosa coincidenza, non un problema strutturale che si trascina da anni nell’indifferenza generale. Se l’incompetenza si potesse misurare, a Raiano sarebbe in stato d’emergenza. 

    Simbolismo vuoto e rimozione delle responsabilità 

    Partecipare a una Giornata Ecologica, per quanto apprezzabile sulla carta, non può sostituire l’assenza cronica di una politica ambientale. L’iniziativa del 10 maggio è stata l’ennesimo evento vetrina, utile a far dimenticare – per qualche ora – il degrado diffuso, l’abbandono dei rifiuti e l’inerzia totale del Comune. A fronte di una crisi ambientale, Raiano risponde con fotografie su Facebook. 

    Un Comune in una Riserva Naturale che si comporta come se non lo fosse 

    Raiano si trova all’interno della Riserva Naturale delle Gole di San Venanzio. Un contesto che dovrebbe implicare responsabilità straordinarie nella gestione del patrimonio ambientale. E invece, ciò che vediamo quotidianamente è l’esatto opposto: abbandono dei rifiuti ovunque, totale assenza di prevenzione, zero controllo, disinteresse amministrativo. La domanda sorge spontanea: che senso ha vivere in una riserva, se poi il Comune non è nemmeno in grado di garantire il minimo sindacale? 

    Tagli del nastro e vuoto politico: l’ipocrisia dei fondi pubblici 

    È ora di dirlo chiaramente: i fondi europei e del PNRR non servono solo a inaugurare strutture nuove con tanto di taglio del nastro e foto. Non sono pensati per alimentare la propaganda elettorale di chi governa. Ma questo sembra essere l’unico orizzonte politico dell’Amministrazione di Raiano: realizzare ciò che “si vede”, ciò che può generare consenso immediato, ignorando completamente tutto ciò che richiede manutenzione, gestione, continuità. Eppure esistono fondi – come quelli previsti dal PNGR, il Programma Nazionale Gestione Rifiuti – pensati proprio per monitorare, prevenire e combattere fenomeni come l’abbandono indiscriminato. Ma non fanno scena. Non si prestano a tagli del nastro. Non garantiscono applausi. E quindi non interessano. 

    Servizi assenti, scelte assurde, cittadini disorientati 

    È inaccettabile che il Comune di Raiano, pur avendo a disposizione il servizio Cogesa per il ritiro dei rifiuti ingombranti a domicilio, non lo abbia mai attivato. Un’occasione persa che avrebbe potuto prevenire gran parte degli abbandoni. Allo stesso modo, gli orari della stazione ecologica sono una presa in giro per chi lavora: aperture solo al mattino o al sabato, senza alcuna flessibilità. È evidente che non si è pensato minimamente alle esigenze reali della popolazione. Per non parlare dei non residenti o dei nuovi cittadini, inclusi quelli provenienti da altri paesi: recuperare le informazioni sui conferimenti e modalità di smaltimento è impossibile. 

    Nel frattempo si punta il dito contro “l’inciviltà dei cittadini”, dimenticando che è un Comune che non informa, non facilita, non organizza… e quindi non deve pretendere nulla in cambio. 

    Ci poniamo una domanda: sono possibili un cambio di mentalità e una maggiore sensibilizzazione ai temi ambientali con una giornata ecologica ogni tre anni? 

    La sezione Ambiente del sito del Comune di Raiano parla da sola


    L’ambientalismo di facciata è peggio dell’inazione 

    Una Giornata Ecologica non può diventare il salvagente morale di un’Amministrazione inerte. Pulire per qualche ora, per poi tornare al disinteresse per il resto dell’anno, è un insulto all’intelligenza collettiva. Non si può rivendicare attenzione all’ambiente se non si è disposti a fare scelte coraggiose e sistemiche. Non si può continuare a vendere simboli al posto delle soluzioni. 


    È tempo di smetterla con le sceneggiate 

    CivitaMente chiede al Comune: cosa intende fare davvero? Dove sono le politiche strutturali? Dove l’impiego concreto dei fondi? Dove i servizi efficienti e accessibili? Perché chi governa non si limita a essere inefficiente: oggi è anche irresponsabile. E l’ambiente, quello vero, non può più aspettare i tempi lenti e calcolati della propaganda. 

  • Raiano merita rispetto

    Raiano merita rispetto

    Un territorio da proteggere, non da trascurare

    Raiano è un piccolo gioiello incastonato nel cuore dell’Abruzzo, un comune che vanta un territorio di circa 29 chilometri quadrati, di cui ben 11 rientrano in un’area protetta regionale. Questa Riserva Naturale, istituita più di 25 anni fa, è un patrimonio inestimabile per la biodiversità locale, un luogo che dovrebbe essere un vanto per i cittadini e un’attrazione per i visitatori.

    Eppure, da troppo tempo, ciò che dovrebbe essere un simbolo di bellezza e rispetto per l’ambiente è diventato uno scenario di degrado. Cumuli di rifiuti, sacchetti abbandonati ai margini delle strade, bottiglie di plastica, cartacce e scarti di ogni tipo deturpano il nostro paesaggio. E la situazione non è limitata solo alle aree periferiche: il problema è diffuso in tutto il territorio comunale, compresa la tanto preziosa Riserva Naturale.

    Dove sono i controlli? E dove sono gli interventi?

    Chiunque percorra le strade di Raiano o si addentri nei suoi sentieri si sarà accorto della crescente incuria. Possiamo accettare passivamente questa situazione? È davvero pensabile che chi di competenza non abbia mai preso provvedimenti concreti per arginare questa piaga? No, non possiamo accettarlo e non vogliamo più farlo!

    Negli ultimi anni, si è parlato spesso di tagli ai fondi e di difficoltà economiche, ma la verità è che qui si tratta di mancanza di attenzione e di volontà politica. Non si può sempre giustificare tutto con il “non ci sono soldi”: mantenere il decoro urbano e ambientale non è solo una questione economica, ma anche di responsabilità.

    Certo, è innegabile che alcuni cittadini (di Raiano e non) abbiano un atteggiamento incivile, abbandonando rifiuti in modo indiscriminato, talvolta addirittura imbustati e pronti per la discarica. Ma il vero problema è che nessuno vigila e, ancora peggio, nessuno interviene. Il risultato? Un paese che si riempie sempre più di sporcizia, mentre il degrado cresce nell’indifferenza generale.

    Sicurezza e controllo: perché solo nel centro abitato?

    Curiosamente, negli ultimi tempi si è assistito a un aumento dei controlli nel centro del paese: telecamere, vigili più presenti, sanzioni per chi non rispetta le regole stradali o urbane. Misure giuste, per carità, perché la sicurezza dei cittadini è fondamentale.

    Ma perché questo zelo non si estende anche al resto del territorio? Perché non si applicano gli stessi principi di controllo e vigilanza per proteggere l’ambiente? Il territorio di Raiano non è composto solo dalle vie centrali, ma anche dalla sua periferia, dalle sue campagne, dai suoi spazi verdi. Proteggere questi luoghi è un dovere, non un’opzione.

    Basta scuse: è tempo di agire

    La nostra richiesta è semplice: vogliamo pulizia, vogliamo decoro, vogliamo rispetto per il nostro territorio!

    Se chi di dovere non interviene, siamo pronti a rimboccarci le maniche e farlo noi stessi. Ma non dovrebbe essere così. Non dovremmo essere costretti a organizzare giornate di volontariato per raccogliere l’immondizia che dovrebbe essere rimossa regolarmente da chi ha il compito di farlo.

    Chiediamo più controlli, sanzioni per chi abbandona i rifiuti e una gestione efficiente della pulizia. Vogliamo che il nostro paese sia un luogo di cui andare fieri, non uno spazio in cui il degrado prende il sopravvento.

    Un appello a tutti: uniamoci per Raiano!

    Questo non è solo uno sfogo: è un appello a tutti i cittadini di Raiano, alle istituzioni locali, agli enti preposti alla tutela ambientale. Se davvero teniamo al nostro paese, dimostriamolo con i fatti.

    Raiano merita rispetto. Pretendiamo un luogo degno di ospitare una Riserva Naturale!

    E tu, cosa ne pensi? Hai notato anche tu questa situazione? Scrivici nei commenti la tua opinione o condividi questo articolo per far sentire la nostra voce!

  • Fa tutto lui!

    Fa tutto lui!

    Affascinato dalla politica del fare, nunzio del fatto contro gli apostati del faremo, ha deciso di fare tutto lui: maggioranza, opposizione e dirigente del Comune, funzione attribuitagli dalla Giunta Municipale il 31.12.2024, dopo le dimissioni del responsabile dell’area amministrativa. 

    Subito dopo l’attribuzione al Sindaco delle mansioni di responsabile dell’area amministrativa, con la delibera successiva adottata in pari data, la Giunta Municipale ha deciso di attribuire all’area amministrativa anche le seguenti ulteriori funzioni: “a. Gestione delle attività relative al cimitero; b. Gestione degli adempimenti urgenti e necessari inerenti la concessione del servizio di gestione della Riserva Naturale in corso; c. Gestione delle competenze ambientali;” 

    Resta un mistero del perché tutti scappino dal nostro Comune, dove la forza lavoro è ridotta al lumicino, ma a quanto pare la questione non preoccupa il nostro Sindaco: lo fa lui! 

    Abbiamo assistito silenti ed inermi all’onda lunga partita da Prezza che ha distrutto l’Unione dei Peligni, facendo ricadere su ogni singolo Comune l’obbligo di garantire i servizi, prima gestiti con risparmio ed in forma associata; abbiamo visto fuggire da Raiano Segretari Comunali, responsabili di qualsiasi area e dipendenti di qualsiasi ufficio; abbiamo assistito ad estensioni chilometriche dei nostri uffici, con lo spostamento del SUAP a Penne. 

    La carenza di personale non rappresenta un fulmine a ciel sereno, poiché viene da lontano, ma chi ci amministra ha pensato che non fosse un problema e, quindi, ha evitato di avviare le procedure per reclutare del personale. 

    La nomina a responsabile dell’area amministrativa del Sindaco da parte della Giunta Municipale ci sembra davvero troppo, in un paese dove in Consiglio Comunale non siede l’opposizione e, forse, se qualche Consigliere ponesse la questione potrebbe dare un senso al suo mandato. 

    Nell’attesa ci chiediamo quali saranno le modalità con cui il Sindaco intende esercitare la funzione: preso dalla poetica del fatto e nella sua funzione di responsabile dell’area amministrativa oltre ad assumere gli atti gestionali di natura tecnica, amministrativa e finanziaria, compresi l’assunzione degli atti di impegno contabile, di liquidazione conseguente, e la gestione delle risorse umane e strumentali relativa all’area in parola, il giorno delle elezioni consegnerà personalmente le schede elettorali, mansione dell’Ufficio elettorale, che è un’articolazione dell’area amministrativa, dopo aver stretto la mano ai suoi concittadini prima di recarsi alle urne, o soprassiederà da detto compito? 

    Vedremo, ma in nome del risparmio sulle spese per il personale temiamo che tutto sia possibile! 

  • Il futuro abita qui

    Il futuro abita qui

    Come possiamo ripensare il concetto di comunità nel 2025? Non si tratta solo di preservare le radici, ma di costruire una visione inclusiva e sostenibile, capace di affrontare le sfide della modernità senza snaturare l’identità di un luogo. Una comunità non è solo un insieme di persone che condividono uno spazio geografico, ma un ecosistema di relazioni, valori e progetti comuni. Ripensare la comunità significa trovare un equilibrio tra tradizione e innovazione, tra passato e futuro.

    La prima necessità di qualsiasi comunità è ascoltare. Ascoltare le esigenze di chi la abita, di chi ci nasce ma poi parte, di chi resta e di chi ritorna. Serve un dialogo aperto e continuo, un coinvolgimento attivo che trasformi i cittadini in protagonisti, non solo in spettatori delle decisioni. Le idee e le soluzioni migliori spesso nascono proprio da chi vive il territorio ogni giorno, da chi lo osserva con occhi nuovi o con lo sguardo lungo dell’esperienza.

    Ma l’ascolto da solo non basta: servono azioni concrete. Le amministrazioni devono favorire spazi di confronto e co-progettazione, incentivando la partecipazione attiva attraverso assemblee pubbliche, piattaforme digitali e strumenti di democrazia partecipativa. Creare opportunità di dialogo tra generazioni e categorie diverse è essenziale per una comunità resiliente e in evoluzione.

    I giovani, che si affacciano su un mondo potenzialmente senza confini, non devono percepire come un limite l’essere nati tra queste montagne. Il loro talento e la loro energia possono essere motori di cambiamento se trovano un ambiente favorevole allo sviluppo delle loro capacità. Per questo, è fondamentale investire in formazione, cultura e opportunità lavorative che permettano loro di restare o tornare senza dover rinunciare alle proprie ambizioni.

    Gli adulti, motore della vita quotidiana, devono poter contare su servizi efficienti e su un tessuto sociale solido e solidale, in grado di sostenerli. 

    Le nuove cittadine e i nuovi cittadini, provenienti da culture e nazioni diverse, portano con sé saperi, esperienze e soluzioni innovative in grado di arricchirci. L’integrazione deve essere vista come un’opportunità e non come una sfida, promuovendo scambi culturali e progetti condivisi che rafforzino il senso di appartenenza comune.

    Gli anziani, custodi della memoria e dell’esperienza, non devono essere lasciati soli. Una comunità che sa prendersi cura delle sue radici è una comunità che sa guardare al futuro. Attivare programmi di volontariato intergenerazionale, incentivare la trasmissione delle tradizioni e creare spazi di socializzazione per gli anziani significa dare continuità alla storia e rafforzare i legami comunitari.

    Le persone che abitano un territorio rivelano bisogni, mostrano idee, pongono domande. E a queste domande dobbiamo provare a rispondere con coraggio, creatività e una visione nuova.

    Le persone che abitano un territorio rivelano bisogni, mostrano idee, pongono domande. E a queste domande dobbiamo provare a rispondere con coraggio, creatività e una visione nuova. Serve un progetto collettivo che renda il paese un luogo dove si sceglie di vivere, e non dove si è costretti a restare. Questo significa ripensare l’urbanistica con spazi pubblici vivibili e creare reti di collaborazione tra cittadini, imprese e istituzioni.

    Una comunità viva è un laboratorio attivo, capace di leggere il presente e immaginare il futuro. Un luogo dove il senso di appartenenza si rafforza attraverso l’innovazione, la collaborazione e la capacità di trasformare i bisogni in opportunità. 

    Ripensare la comunità non è solo un compito delle istituzioni, ma un impegno condiviso da ogni cittadino ed ogni cittadina che sceglie di contribuire al benessere comune con idee, azioni e visioni per un futuro non solo migliore, ma reale.

  • Bellezza, Gentilezza e il potenziale di un Futuro Migliore 

    Bellezza, Gentilezza e il potenziale di un Futuro Migliore 

    Raiano, incastonato tra le montagne dell’Abruzzo, non è solo un luogo da visitare: è un simbolo di speranza, un manifesto vivente di ciò che il nostro mondo potrebbe essere. Qui, la bellezza della natura si intreccia con la forza delle tradizioni, mentre le Gole di San Venanzio e i paesaggi mozzafiato ricordano a tutti noi l’importanza di custodire ciò che abbiamo di più prezioso. Ma ciò che rende Raiano davvero unico è l’umanità che lo anima. Le sue strade raccontano storie di accoglienza e condivisione, e i suoi abitanti ci insegnano il valore della gentilezza. In un mondo che sembra spesso correre troppo in fretta, Raiano ci invita a rallentare, a riscoprire la bellezza delle relazioni autentiche, del vivere in armonia con la natura e con gli altri. 


    I giovani: la chiave del cambiamento

    Raiano non è solo un luogo di riflessione sul passato, ma un laboratorio di idee per il futuro. È un luogo che può e deve coinvolgere i giovani, con la loro energia, la loro creatività e il loro desiderio di cambiamento. I giovani di Raiano e di tutto il mondo hanno il potenziale per trasformare le comunità in cui vivono, per portare innovazione, cultura e nuove prospettive in luoghi che hanno bisogno di rinascere. Immaginiamo un progetto culturale che dia voce ai ragazzi e alle ragazze, che li renda protagonisti della salvaguardia del territorio e della valorizzazione delle tradizioni. I giovani possono essere gli ambasciatori di un messaggio di sostenibilità, solidarietà e inclusione, sviluppando iniziative che coniughino le radici profonde del passato con la visione di un futuro più giusto e umano.

    Bellezza e gentilezza come strumenti di cambiamento

    Da Raiano può partire un movimento culturale e politico che metta al centro due valori troppo spesso trascurati: la bellezza e la gentilezza. La bellezza del territorio e delle tradizioni, che ci ricorda che l’arte e la natura possono nutrire l’anima e ispirare le persone. La gentilezza, che è il fondamento delle relazioni umane, della solidarietà e della costruzione di una società migliore. In questo contesto, la politica deve tornare a essere uno strumento al servizio del bene comune, in grado di sostenere i giovani nei loro sogni e nelle loro aspirazioni, creando opportunità che diano loro la possibilità di restare e crescere nei loro territori.

    Un appello universale: costruire insieme un mondo migliore

    Raiano, con la sua semplicità e il suo spirito comunitario, ci insegna una lezione importante: un mondo migliore non è solo possibile, è necessario. Serve però l’impegno di tutti. Serve il coinvolgimento dei giovani, l’unità di intenti della comunità e una politica che sappia ascoltare e agire con visione e coraggio. Custodire ciò che è bello, coltivare ciò che è giusto, e fare della gentilezza e dell’innovazione i pilastri di un futuro sostenibile. È un invito a sognare in grande, ma a costruire insieme, passo dopo passo, il mondo che vogliamo lasciare alle generazioni future. Raiano è una chiamata all’azione, un luogo da cui ripartire per immaginare e realizzare un futuro più luminoso, dove bellezza, gentilezza e il talento dei giovani siano il motore di un vero cambiamento. 

  • Quelli che restano.

    Quelli che restano.

    Mi presento: sono un essere raro.
    Sono una componente di quel gruppo di più o meno giovani che, in barba alle tendenze globali ma ancor di più nazionali, ha scelto di restare. Le motivazioni sono molte, personali e non – e non potrei biasimare chi pensa che sia stata una mancanza di coraggio. Ci vuole coraggio, indubbiamente, a partire per un altro Paese e lasciarsi dietro la famiglia, gli affetti, le abitudini e i luoghi di una vita.

    Ma quello che spesso non si dice é che ci vuole coraggio anche a restare. Perché restare non é un atto passivo – non é l’inerzia inesorabile di chi non sa o non può muoversi. “Restare” non significa ritirarsi in un angolo, ad osservare l’inesorabile decadimento circostante, piangendo per quello che é stato e non sembra voler tornare.

    “Restare” é una parola in vicinissima relazione con “costruire”. Restare é l’atto di piantare radici ben salde che possono, anzi devono, dare frutti. Restare é anche un atto di devozione, é annaffiare ogni giorno quelle stesse radici, nutrire il suolo che abbiamo scelto di abitare.
    E per farlo, appunto, non si può restare passivi.

    Ho scelto di far parte del gruppo di CivitaMente perché credo che la cittadinanza attiva sia l’unico modo etico di vivere il paese in cui si sceglie di restare – perché in un’epoca in cui la vita sociale é sempre più caratterizzata da un’apatia generalizzata in cui il brutto, l’ingiusto e lo scorretto vengono accettati semplicemente perché “il mondo va così”, la partecipazione attiva é di per sé un atto radicale, primo tassello di una ideale rivoluzione gentile.
    E credo che ci sia fortemente bisogno di una rivoluzione gentile, su scala mondiale così come nel piccolo.
    Raiano é un paese che amo profondamente, ma non é facile amarlo: negli ultimi tempi, l’apatia di cui sopra e le scelte amministrative poco lungimiranti, hanno reso il nostro paese un luogo desolato, spento, lontano dal suo vero potenziale.

    I motivi per cui si va via sono tanti, e di- versi – si cerca un lavoro, si cerca una destinazione, ma spesso si cerca anche una comunità, un punto di riferimento sociale e soprattutto culturale. Comunità, infatti, non é solo un insieme di edifici – non é costruire contenitori e chiamarli ‘scuole’ e ‘centri culturali’ che crea cultura. Occorre ricostruire un tessuto in cui ogni cittadino sia valorizzato e abbia gli strumenti per esplorare non solo le proprie potenzialità ma la sua individualità, la creatività, la libertà di essere e fare, e di costruire la propria felicità. Tutto ciò non può accadere in un paese in cui pian piano si sfaldano strade e legami, in cui la bellezza é sommersa da immondizia col beneplacito di chi non sa custodirla. Spesso mi é capitato di dover giustificare lo stato del nostro comune con amici che venivano a trovarmi da altri posti del mondo – a dover spiegare che una volta il Viale dei Pini era il luogo dei nostri giochi e non finiva dopo solo pochi metri. A raccontare la magia di un centro storico che era vivo e d’estate si popolava di musica, fuochi e balli, e non di eco spente che lo rendono quasi spettrale.
    Ho scelto di mantenere a Raiano la mia casa – ma negli ultimi tempi é una casa tri- ste, che ha bisogno di una ristrutturazione dell’anima ancor prima che fisica. E questo può comincia- re solo nella partecipazione, nello scambio delle idee, nella costruzione solidale e accorta di un futuro condiviso.


    Per questo credo che l’iniziativa di CivitaMente rappresenti un’occasione unica per rimboccarci le maniche e fare davvero qualcosa che lasci il segno, e non abbandoni questo paese allo spopolamento.


    Voglio un paese da cui non si debba solo scappare – sogno un paese in cui si possa anche ritornare.

  • Partecipazione e Comunità politica.

    Partecipazione e Comunità politica.

    Quanto accaduto a Raiano nell’ultima tornata elettorale amministrativa, ad avviso di chi scrive, merita un’attenta
    e critica riflessione politica. Per la prima volta nella storia repubblicana le elezioni amministrative del nostro paese sono state caratterizzate dall’assenza di una vera competizione tra schieramenti alternativi. Tale circostanza si annovera nel seno di una più generale crisi della rappresentanza e ad essa ha contribuito in maniera massiccia la disgregazione del sistema politico sul quale, per decenni, si è incardinato la struttura istituzionale della nazione. Sarebbe tuttavia riduttivo e ingeneroso addebitare esclusivamente a fenomeni così complessi e drammaticamente reali lo spettacolo poco rassicurante di un’elezione che, nei fatti, ha visto la partecipazione di un solo candidato alla carica di Sindaco. Del resto sarebbe sciocco imputare la responsabilità di quanto accaduto a chi, seppure in solitaria, ha scelto di competere nell’agone politico.

    Per storia e cultura personale ho una conoscenza approfondita delle divisioni che hanno caratterizzato l’area politica del centro sinistra a Raiano. Credo dunque che gli antagonismi e la sfiducia reciproca di molti degli uomini che in quell’ambito politico continuano a riconoscersi abbiano purtroppo rappresentato la causa più incisiva di una competizione elettorale per certi aspetti caricaturale. Sarebbe oggi ingiusto e soprattutto inutile attribuire colpe e responsabilità. Al contrario questo può e deve essere il momento di una riscoperta di alcuni dei principi e delle linee guida
    che hanno caratterizzato l’agire politico di diverse esperienze amministrative succedutesi negli anni, tenendo ben presenti gli errori che pure furono commessi.

    CivitaMente nasce come un’organizzazione di uomini e donne libere che hanno a cuore l’interesse di una collettività cui vogliono continuare ad appartenere.
    In questo senso l’appello accorato a tutti coloro coltivano il nostro medesimo interesse conserva la validità di una scelta azzeccata. Rimango però dell’idea che faremmo molta difficoltà a realizzare i nostri progetti se immaginassimo di costruire il futuro del nostro paese senza un ancoraggio culturale di riferimento, capace di esprimere una sintesi politica.

    Arriverà il momento della competizione elettorale e se il favore popolare ci sarà accordato saremo chiamati a governare la nostra comunità. Qualora ciò dovesse accadere sarà importante ricordare che nulla ci condanna all’attuale mediocrità e che per anni Raiano è stato invece l’emblema di un paese vivo, del quale siamo stati per larghi tratti orgogliosi.

    Abbiamo assieme ad altri la possibilità di realizzare idee ambiziose, ma permettermi di pensare che questa sia l’occasione giusta per tornare a dare anima e sostanza ad una storia politica comune.